Domenica 20 marzo 2016, in occasione della XXIV Giornate FAI di Primavera, l’Atts metterà a disposizione dei visitatori un servizio con il tram storico 2592 del 1933 che collegherà alcuni dei siti aperti. Il servizio sarà attivo dalle ore 10.00 alle ore 18.00 con passaggi alle fermate ogni 30 ca. A bordo i volontari dell’associazione condurranno i passeggeri in un viaggio nella storia della città e dei suoi mezzi di trasporto.
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Beni aperti:
PALAZZO BRICHERASIO
Il Palazzo Bricherasio è un antico edificio seicentesco situato nel centro storico di Torino.
Residenza nobile fin dal XVII secolo, nel 1855 divenne proprietà dei Cacherano di Bricherasio, famiglia dell'antica nobiltà piemontese distintasi per onori militari che vantava il titolo di viceré dei Savoia ma che si distinse anche per opere benefiche e di mecenatismo. Al conte Luigi Cacherano di Bricherasio, si deve il rimaneggiamento degli ambienti interni e della facciata secondo il sobrio gusto neoclassico dell'epoca.
PALAZZO COSTA CARRÙ DELLA TRINITÀ
Il conte Vittorio Amedeo Costa di Carrù e Trinità, tra il 1760 e il 1763 diede incarico all’architetto Birago di Borgaro, allievo di Juvarra, di costruire il Palazzo. Di particolare pregio sono lo scalone monumentale in marmo decorato con imponenti trompe-l’oeil di gusto classicistico e la sala d’onore che fa da preludio alle sontuose camere padronali disposte in infilata.
CASA DEL PINGONE
Il gentiluomo savoiardo Emanuele Filiberto Pingone, vissuto durante il XVI secolo è riconosciuto come il primo storico, relativamente attendibile, della città di Torino, ma anche il primo grande genealogista dei duchi di Savoia. Rettore dell’Università torinese, Monsù Pingon, come è popolarmente ricordato, ricopre svariati incarichi sotto i duchi Carlo II, Emanuele Filiberto e Carlo Emanuele I, ed è presente a Torino dal 1560, abitante nella casa alla quale lascerà il nome.
Questo edificio, sorto intorno ad una torre tardo-medioevale, è un documento eccezionale della cultura abitativa della Torino del ‘500. Il restauro, condotto nel 2000, ha riportato efficacemente alla luce ciò che rimane dell’impaginazione originaria della facciata dei secoli XV-XVI. Il salone del primo piano presenta ancora una parte rilevante della decorazione a fresco delle pareti, e la cospicua policromia del soffitto ligneo a cassettoni; rare e preziose testimonianze artistiche locali di epoca pre-barocca.
SALA GONIN (STAZIONE DI PORTA NUOVA)
Nel 1864, per la stazione della prima capitale del Regno d’Italia vennero progettati degli spazi di prestigio come la sala d’attesa di prima classe, già “Sala Reale” e conosciuta come “Sala Gonin”, dal nome del pittore di corte che l’affrescò. All’interno di questa sala si sussegue un ciclo di pitture che riguardano gli elementi della Natura (Terra, Acqua, e Fuoco), attraverso i personaggi mitologici che li rappresentano. Ai quattro angoli sono invece riportati i quattro continenti, Europa, Asia, Africa e Americhe, raffigurati da carte geografiche rette da angeli volteggianti nell’aria. Ogni particolare della sala, compreso il soffitto, ha come unico denominatore la tecnica del “trompe l’oeil”, che dà al visitatore l’idea di una porzione di cielo virtuale che fa capolino tra trionfi di balaustre, capitelli e colonne.