AUTUNNO E SABBIA
di Luca Giannitti
L'autunno è una stagione dai colori molto caldi, le foglie passano dal verde al giallo e poi all'arancione fino ad arrivare al bruno, il sole rende le fronde delle piante quasi dorate e con le giornate ventose i rami si alleggeriscono velocemente di buona parte delle foglie, creandone a terra lunghe distese. Molti binari si trovano lungo i viali alberati e spesso il tram sembra dipinto come in un quadro, bellissimo da vedere ma non per tutti questo spettacolo è così idilliaco.
Il tram ha un rapporto di amore-odio con l'autunno, le foglie che cadono sulle rotaie vengono pressate dalle ruote tanto da diventare una poltiglia che annerisce il metallo e riduce sensibilmente l'aderenza delle ruote, con conseguente peggioramento dell'efficienza dell'impianto frenante. I passeggeri iniziano a sentire il tipico odore di foglie secce bruciate dagli archi voltaici che si iniziano a formare sui binari quando lo sporco rende difficoltoso il passaggio della corrente. Capita anche (raramente) che le foglie siano così secche che si innescano anche dei piccoli incendi. Un altro suono tipico è quello dei pattini elettromagnetici che vengono largamente usati per sopperire agli spazi di frenata maggiori dovuti proprio al binario sporco. In autunno i tram iniziano a sollevare polveroni, un po' dovuti alle foglie sminuzzate, un po' per la sabbia che viene gettata sulle rotaie dalle vetture. La sabbia, a grana grossa, nella giusta quantità con l'ausilio delle ruote produce un effetto abrasivo sulla superficie della rotaia, aiutando a rimuovere la poltiglia nera e incrementando così l'aderenza. Purtroppo dopo alcuni passaggi i granelli vengono anch'essi polverizzati e dopo aver perso la loro efficienza più facilmente vengono dispersi in aria dal vento o dal passaggio delle motrici. I tram hanno un contenitore di sabbia posto in prossimità di ogni carrello, da utilizzare solo in caso di effettiva necessità, ovvero quando l'aderenza è scarsa ed è difficoltosa la trazione oppure la frenata è problematica e il tram slitta. Nel mese di novembre, per contrastare il problema delle foglie, viene immessa in servizio una motrice speciale che si occupa di "sabbiare" le rotaie e il suo nome è proprio "sabbiera".
La sabbiera è un tram speciale dedicato allo spargimento di sabbia sul binario tranviario in modo da permettere un aumento dell'aderenza tra le ruote dei carrelli ed la rotaia. Nei paesi centro-Europei le sabbiere sono funzionalmente unite ai tram spandisale, cosa che a Torino non è mai stata presente. Nel corso dei decenni, l'azienda municipale di Torino ha avuto tre principali sabbiere, numerate negli anni sessanta 426, 427 e 434 (successivamente ridenominate T426, T427 e T434). Mentre la T434 derivava da una motrice serie 100 (identico al tram storico 116), le altre due derivano da motrici passeggeri della Sbt-Stt (la compagnia Belga) costruite su licenza dalla Diatto nel 1911. Accorpate al parco ATM questi tram avevano ricevuto le matricole della serie 446-500 e la coloritura rosso-crema, quasi subito mutata nel verde in due toni imposto dalle norme governative del 1927. Il servizio passeggeri nel parco ATM durò poco tempo dato che le due vetture erano passate in fretta a compiti di servizio, dopo essere state reimmatricolate 426 e 427. Il loro primo compito era quello di tradotte, ma quasi subito erano state trasformate in sabbiere con l'apertura di un portellone per il carico della sabbia nei tre finestrini centrali. Per tutte le sabbiere, alla prima livrea di servizio (grigia) è seguita l'attuale blu scura con bande diagonali gialle. La T434 e la T426 sono state ritirate dal servizio negli anni Novanta e solo più la T427 presta ancora tutt'oggi servizio. La T434 è stata sommariamente restaurata e portata nel museo di Piana delle Orme (Latina): il restauro l'ha riportata nelle condizioni di tram passeggeri ma si è perso qualunque riferimento alla città di Torino. Invece, la T426 è stata restaurata dai soci ATTS e fedelmente riportata alle condizioni d'origine con la numerazione 209.
La T427 è stata totalmente ricostruita nel 1989, quando la cassa originaria in legno è stata modificata e sostituita da una nuova in lamiera che ne ha notevolmente mutato la fisionomia. Il futuro prevede per questo tram ancora qualche anno di servizio prima del pensionamento.
In foto la T427 ripresa a Sassi (1), in piazza Statuto (2) e in corso Tassoni (3). Vista interna (4) e dei macchinari di bordo (5) infine un'immagine di un binario sporco di poltiglia di foglie schiacciate (6).