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DESIDERIO, TRAM ETNICO DI RICHI FERRERO
di Luca Giannitti 

 

Questa storia rappresenta il canto del cigno di una motrice serie 3250, la 3263 per la precisione, protagonista di uno spettacolo (l'installazione itinerante "progetto Desiderio - Tram Etnico") in occasione della Festa del Piemonte, tenutasi tra il 22 maggio e il 5 giugno 1994. Da un’idea di convivenza multietnica prese il via "Desiderio - Tram Etnico", nato dalla opportunità di ascoltare le voci di tutti i gruppi etnici presenti nella regione Piemonte. Per dare voce e significato alla proposta fu scelto il tram, che per antonomasia raccoglie al suo interno persone di ceto, origini e appartenenze differenti.

L'allestimento prevedeva un mosaico di specchi realizzati con pellicola riflettente, che ricopriva interamente l’esterno del tram, su cui si sarebbero specchiate vie e piazze, creando suggestioni di architetture in movimento. Colori fluorescenti trasformavano l’interno del tram in un luogo irreale, quasi onirico, dove trovavano posto vere e proprie sculture: uomini e donne di un futuro prossimo, simili a noi, ma morfologicamente diversi: braccia lunghissime, teste sovradimensionate... Sedici statue in rappresentanza di tutte le etnie presenti sul territorio. Questi uomini del futuro interagivano coi viaggiatori reali parlando piemontese, arabo, francese, italiano, africano, cinese ed occitano e un sistema video a circuito chiuso restituiva in tempo reale le immagini di una Torino dell'anno 4.000: palazzi dai colori fluorescenti; il Po con le acque argentee; la Gran Madre trasformata in moschea; piazza Vittorio Veneto trasformata come in un quadro metafisico.

Il tram, esso svolse servizio tra piazza Castello, via Po e la Gran Madre con partenze ogni 25 minuti nel periodo compreso tra il 22 maggio e il 5 giugno 1994. Dopo questo servizio il tram venne alienato e alcune immagini lo ritraggono presso il demolitore ancora con la pellicola riflettente esterna.

 

Immagini
1-2 allestimento della vettura presso l'officina centrale
3 bozzetto della vettura
4-8 allestimento dei manichini
9-13 vettura 3263 in servizio
14 la 3263 presso il demolitore

Il progetto fu ideato e diretto da Richi Ferrero con la compagnia di teatro di ricerca "Granserraglio", da lui fondata nel 1971 con Mariano Meli, Gianna Franco e gli attori della compagnia sperimentale Zoo di Michelangelo Pistoletto. Per la realizzazione si avvalse della collaborazione di svariati enti come Casa delle Culture, Centro Iniziative per l’Europa, Amnesty International, Teatro Stabile Torino e Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte.

Richi Ferrero nasce a Torino il 25 marzo del 1951. A quindici anni inizia un lungo viaggio (durato 4 anni) in autostop per l’Europa e l’Oriente, nei quali si mantiene suonando nelle metropolitane delle grandi città. Sono anni ricchi di incontri e di esperienze significative, che avranno per Ferrero un peso determinante in tutto il suo percorso artistico e creativo. Tornato a Torino, fonda nel 1971 la compagnia di teatro di ricerca il Granserraglio che, dieci anni dopo, s’imporrà a livello nazionale con lo spettacolo "Donne: Storie di ordinaria follia" nel quale Ferrero interpreta Charles Bukowski: due stagioni per duecento repliche in tutta l’Italia, da Bolzano a Messina. Tra il 1988 e il 1989 Ferrero ritorna al teatro di palcoscenico, con particolare attenzione alla drammaturgia contemporanea. Con "Desiderio - Tram etnico" (1994), una installazione itinerante, è sempre più evidente la vocazione di Ferrero di eleggere a palcoscenico la città, teatralizzando elementi tipici del tessuto urbano come il tram. Nello stesso anno cura la regia per il Granserraglio di un colossale spettacolo nel Parco della Palazzina di Caccia di Stupinigi: "Il Teatro del Fuoco". Nel 1997 Ferrero è incaricato dalla Regione Piemonte e dal Museo Nazionale della Montagna dell’illuminazione permanente del Forte di Exilles: si tratta della prima applicazione dei criteri illuminotecnici teatrali ad un’opera architettonica. Nel 1998 nasce a Torino “Luci d’Artista”, rassegna d’arte sul tema della luce con installazioni inserite nel tessuto urbano. Ferrero per la prima volta viene chiamato a partecipare ad una "collettiva" che vede coinvolti importanti nomi dell’arte visiva. Una gigantesca gru edile trasformata in scultura di luce è l’elemento dominante delle tre opere presentate nelle tre edizioni consecutive della manifestazione: "Porto Palazzo", "Imbarco Torino", Lucedotto". Nel 2009 il suo ventennale lavoro di sperimentazione con la luce nera di wood, viene presentato in una mostra personale, "Luce Nera", presso la Gagliardi Art System Gallery di Torino. In occasione della mostra viene realizzato l'intervento artistico "Re di Fiori" sul monumento a Vittorio Emanuele II.