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Nel 2024 ricorre il 140° anniversario della linea Sassi-Superga e l'occasione è ghiotta per rendere omaggio al suo rango di autentica linea storica con una volume che va ad inserirsi nella collana dei libri ATTS “storia e tecnica” espressamente dedicata ai mezzi e ai sistemi di trasporto di Torino. Grazie al materiale storico raccolto nel tempo, il nuovo libro si prospetta ricco di informazioni e la sua pubblicazione è prevista per maggio 2024, in tempo per l'evento del 25-26 maggio che celebrerà l'anniversario presso la stazione Sassi. Ma la storia non è fatta solo di grandi nomi e il racconto che seguirà nasce da piccoli dettagli scovati tra i polverosi faldoni, ripieni di carte bollate, disegni tecnici e bilanci aziendali.

Questa è la storia di Giuseppa, la guardiana del ponte levatoio.

Dscn0018

I documenti sono pochissimi, le informazioni ivi contenute addirittura in parziale contraddizione (segno di errori commessi nelle trascrizioni) e la protagonista riveste letteralmente il ruolo di Cenerentola. Il più antico carteggio in cui la incontriamo è del 1898 ed è anche l'unico documento che la cita per intero: si tratta dell'elenco del personale di servizio al 1° gennaio 1898 e alla 14a posizione della lista troviamo ROCCO GIUSEPPA con la mansione di "guardiana del ponte". Il "ponte" fa riferimento al ponte levatoio presente in prossimità della stazione di monte, a Superga, che permetteva di attraversare la linea praticamente in corrispondenza dell'attuale passaggio a livello, costruito nel 1934 in sua sostituzione. Perché era necessario un simile manufatto? Perché era l'unico modo per scavalcare la fune bassa della funicolare. Qui di seguito il documento del 1898 con evidenziata la riga 14. Non è l'unica persona a chiamarsi Rocco, ne scorgiamo altre 3: Rocco Francesco (30, cantoniere), Rocco Angelo (43, aiuto macchinista) e Rocco Giovanni (28, fuochista). Rocco Giuseppa ha 29 anni ed è indicata come assunta in pianta stabile (a differenza di altri "avventizi", oggi diremmo "precari") dal 1884 (quindi dall'età di 15 anni... età comune al tempo). La sua mansione è "guardiana del ponte" e percepisce una paga giornaliera di 50 centesimi (15 Lire al mese), una delle più basse dell'azienda al pari del manovale avventizio. Da notare come il personale sia indicato come "borghese" o "ex militare", eccetto la guardiana del ponte che è semplicemente "donna".

1898

La curiosità di scoprire di più riguardo questa ragazza porta a scavare in modo più approfondito tra le carte giunte a noi. Il successivo documento è del 1900 e il suo nome è abbreviato in "Gius.": non fosse stato per il documento del 1898, nulla ci avrebbe potuto permettere di capire che era una donna. Si tratta di un ordine di servizio riguardante gli orari di lavoro, in accordo con il regio Decreto del 10 giugno 1900, del periodo invernale dal dicembre 1900 al maggio 1901. La mansione è guardiana a Superga e il suo orario prevede dalle ore 7 alle ore 18 con un'ora di pausa dalle 12 alle 13. L'orario invernale 1900/1901 prevedeva la prima corsa da Sassi in partenza alle ore 9.20 mentre l'ultima da Superga alle ore 17.55 con un totale di 4 coppie di convogli nell'arco della giornata.

1900

Proseguiamo quindi nella ricerce a troviamo un ultimo documento datato 1902:

1902

Qui appare ma il suo nome non è neppure citato, è indicata con la formula "e moglie". Qualcuno potrebbe oggi gridare alla mancanza di rispetto, alla scarsa importanza della donna, al patriarcato... tuttavia questa forma di citazione ci permette di delineare la figura di questa ragazza e del ruolo che ebbe all'interno dell'azienda per cui lavorava: era la moglie di un altro dipendente, Rocco Francesco, cantoniere di Superga. Il fatto di essere coniugata (l'articolo 131 del Codice Civile del Regno d'Italia ci ricorda: "Il marito è capo della famiglia: la moglie segue la condizione civile di lui, ne assume il cognome, ed è obbligata ad accompagnarlo dovunque egli creda opportuno di fissare la sua residenza") ci permette di capire che "Rocco" non è il suo cognome. Dopo la visione del documento del 1898 una delle ipotesi prevedeva una parentela tra i quattro dipendenti Rocco, le cui età comprese tra 43 e 29 anni facevano immaginare un rapporto di fratellanza. Invece il documento del 1902 racconta una storia diversa: Giuseppa è moglie di Francesco. Riguardo  Angelo e Giovanni possiamo solo ipotizzare una fratellanza con Francesco anche se l'ordine di servizio del 1901 riporta ben due Angelo (Angelo I e Angelo II, tipico modo del tempo di distinguere gli omonimi).

Dal documento del 1898 si leggeva che sia Francesco che Giuseppa erano stati assunti nel 1884, ma un documento del 1899 cita i tre Rocco (Angelo, Giovanni e Francesco) ma fornisce informazioni discordanti sia sull'età che sulla data di assunzione. Secondo questo foglio di 1 anno più vecchio del precedente, Francesco risulta assunto dal 1888 e con un'età di 35 anni. Giovanni ne avrebbe 29 e Angelo 44... se queste due età sono coerenti con il documento del 1898 dove hanno rispettivamente 28 e 43 anni, non si spiegano i 35 di Francesco. Anche le date di assuzione di Giovanni e Angelo sono concordi tra i due documenti ma quella di Francesco no. E di Giuseppa neppure l'ombra...

1899

Tornando indietro nel tempo, cercando specificatamente qualcosa su Francesco, ci imbattiamo un un altro documento del 1894:

1894

Rocco Francesco risulta classe 1864, quindi nel 1898 (documento iniziale) ha 34 anni mentre Angelo è classe 1854 e nel 1898, alla data del documento, potrebbe avere ancora 43 anni. Giovanni invece non è presente in elenco perché assunto solo nel 1896. Anche qui di Giuseppa neppure ombra... Tuttavia il documento del 1898 ha mostrato un errore e nulla può escludere che ve ne siano altri.
L'elenco del 1894 aiuta a comprendere che Francesco e Angelo non sono fratelli: il primo è figlio di Felice mentre il secondo di un altro Francesco. 

Purtroppo non abbiamo trovato null'altro su Giuseppa. Non sapremo mai il suo cognome originario salvo che qualche erede, leggendo questo articolo, possa riconoscere in lei una sua prozia o trisavola e con qualche ricordo di famiglia ci possa aiutare a dare un volto alla prima (e forse una delle pochissime) donna della funicolare.

 

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